
L'Italia ha più ascensori di qualsiasi altro paese al mondo:
850 mila, contro i 700 mila americani e i 610 mila cinesi. Incredibile ma vero. Perché abbiamo più palazzine e meno villette che nel resto d'Europa, buone leggi contro le "barriere architettoniche" e una tradizione di eccellenza nella componentistica. Oltre alla pigrizia nazionale che oggi li fa montare anche nelle monofamiliari da due piani. Ma dappertutto scorrazzano un sacco di gente. Otis, la più antica e grande produttrice, calcola di spostare
l'equivalente della popolazione mondiale ogni cinque giorni.
La velocità: 17 metri al secondo (56 chilometri all'ora) di quello della Taipei 101 Tower non sembrerebbero giustificare il record di più rapido del mondo. E invece l'accelerazione è tale che le cabine sono pressurizzate per evitare danni agli orecchi. La media italiana è di 0,6-1 metri (contro i 3-4 statunitensi).
L'altezza degli edifici da servire: nel 2009 sarà terminato il primatista Burj Dubai: 160 piani per 720 metri. Serviranno le sky lobby, campi base intermedi, dal momento che l'elevazione critica per un singolo ascensore è di 350 metri. Da noi il problema non si pone. La forza qui è la garante della sicurezza. L'ascensore è progettato in eccesso. Le funi d'acciaio che lo tengono sospeso sono 6 od 8. Ognuna in grado da sola di sostenere l'intero peso della cabina a pieno carico. Anzi, il 25% di più. Aggiungete poi il "cavo governatore" che si accorge quando l'ascensore scende a una velocità un quarto maggiore del normale e attiva i freni.

La sicurezza: gli ascensori sono molto sicuri. Dieci volte più delle scale mobili, calcolano gli studi di settore. E per Otis la probabilità di farsi male corrisponde a un incidente su 60 milioni di passeggeri. Negli Usa vi muoiono in media 26 persone all'anno, perlopiù addetti alla manutenzione. In auto lo stesso bollettino si registra ogni cinque ore. Il malessere però rimane. La disposizione degli esseri umani negli ascensori: ricorda quella degli atomi nelle molecole. Sembra caotica ma segue logiche ferree e prova ad avvicinare troppo protoni ed elettroni e sono guai. Così, con tre passeggeri due gravitano verso gli angoli posteriori e il terzo davanti, nel centro. Se entra il quarto il triangolo isoscele si riorganizza, spostando i due davanti verso gli angoli. John Fruin, autorità mondiale del settore, ha creato una nomenclatura per le varie posizioni. Si va dalla "zona contatto" quando a disposizione c'è un'area inferiore a 0,27 metri quadrati a quella di "confort personale", quasi 1 metro quadro. E gli esperti di prossemica hanno fissato sotto i 45 centimetri la "distanza intima", quella in cui si sentono odori e calore del vicino.
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